Alessandra Grasso
4 Dicembre 2018
Le ceramiche di Coralla Maiuri, un’esplosione di colore fuori dai canoni

La poetica della creativa romana: un ritorno all’infanzia contornato d’oro
Si può arrivare al design partendo, bambini, da una campagna laziale, vivendo con le mani nell’argilla tra i colori e i profumi della terra. Si può arrivare al design partendo, bambini, da una storia che mischia radici e culture, portandosi sempre dietro la capacità – come in una celebre frase di Picasso – di restare piccoli anche quando si è diventati grandi.

Vasi Tarquinia, Coralla Maiuri

Le ceramiche di Coralla Maiuri a Palazzo Visconti, Milano, durante il Fuorisalone 2018
Coralla Maiuri è un talento del design che dall’esordio con il proprio marchio nel 2000 a Roma riesce a sorprendere con le sue creazioni immaginifiche tra mobili, tessuti, lampade e ceramiche che sembrano arrivare da un’infanzia sospesa tra contesti diversi e lontanissimi: il Messico, dove Coralla è nata da papà italiano e madre polacca, e l’Italia, dove vive.

Coralla Maiuri nel suo studio
Perché, se si parla di Coralla, si tira in ballo l’infanzia come cifra poetica? Date a un bambino uno spazio da colorare e lui colorerà fuori da quello spazio, oltre i bordi e infrangendo ogni regola. Nelle ultime collezioni di Maiuri, lo spirito dell’infanzia ritorna con forza, perché si tratta di ceramiche in cui le palette vanno oltre le regole canoniche, definendo un caos apparente che in realtà è perfettamente orchestrato dalla designer. In continuità con le sue prime produzioni artistiche, sono proprio i colori a fare da padroni. Tinte pastello, luminose e opalescenti si alternano in armonia all’oro in piatti, tazze e ciotole. Il sapiente lavoro artistico di Maiuri trasfigura semplici stoviglie in gioielli con cui è facile impreziosire ogni tavola.

Centrotavola di Coralla Maiuri

Ceramica di Coralla Maiuri
Sono opere, appunto, frutto di una perfetta orchestrazione del colore, una gradevole esplosione in cui possiamo ritrovare la libertà e il coraggio tipici dei gesti e della palette cromatica scelta da un bambino ma arricchiti dall’eleganza intramontabile dell’oro.

Ceramica di Coralla Maiuri
La serie Villa Borghese racconta l’arte rinascimentale che impreziosisce l’omonimo palazzo romano. Maiuri la descrive come “una danza di impollinazione. Perché in ogni piatto c’è il susseguirsi di semi, pulviscoli e meteoriti che si avvicinano e si allontanano”. Sono creazioni dai nomi evocativi: Daphne, Caravaggio, Apollo, Michelangelo… L’artista ha racchiuso l’intero universo stellato in un centrotavola e la forza espressiva dei contrasti caravaggeschi ritorna tramite la contrapposizione di toni caldi e freddi in vassoi e teiere.

Coralla Maiuri
Ogni collezione è un racconto. Come quello racchiuso in Vivaldi four seasons, in cui la ciclicità del tempo è raffigurata dal susseguirsi di vortici di colore che si rincorrono come parole fuori dalle righe. Un vero e proprio pentagramma in cui la musica è generata dal susseguirsi dei colori.

Collezione Apollo, Coralla Maiuri
Tutti i pezzi della collezione, dicevamo, “raccontano” Coralla Maiuri, ma se le si chiede a quale fra tutti lei è particolarmente legata, la risposta è la linea Apollo: “Perché evoca il manto vellutato del cielo di Betlemme”.