
A New York un ristorante pop-up sostenibile dove tutto è fabbricato con materiali di riciclo
Il design deve essere etico. Il design deve essere sostenibile. Il design deve contribuire a migliorare il mondo. D’accordo: ma design, oltre che funzione, vuol dire anche forma. Etica, sostenibilità ed estetica s’incontrano in un progetto nato recentemente per WantedDesign, l’ultima edizione della rassegna newyorchese dedicata al product e agli interni.

Zero Waste Bistro, una portata su un piatto realizzato con materiale riciclato e riciclabile
Il bistrot a zero rifiuti
Zero Waste Bistro – letteralmente bistrot a zero rifiuti – è un ristorante pop-up costruito al Terminal Stores di Chelsea riciclando imballaggi alimentari. Non solo: anche i rifiuti prodotti nei giorni in cui il locale temporaneo è rimasto aperto sono stati ovviamente compostati.

Zero Waste Bistro, una portata su un piatto realizzato con materiale riciclato e riciclabile
La ricetta finlandese
Il bistro è stato commissionato dal Finnish Cultural Institute di New York ed è ispirato a un locale di Helsinki, Nolla, considerato il primo ristorante a rifiuti zero della Scandinavia. Un locale dove designer, ingegneri e architetti collaborano per concepire un efficiente riciclo dei rifiuti e combattere gli sprechi, inclusi quelli di acqua. Un impegno che si traduce anche nel menu, visto che il bistro newyorchese ha servito piatti a base di ingredienti locali, inclusi alcuni tradizionalmente poco utilizzati, e biologici, come spiega lo chef Luka Balac.

Zero Waste Bistro, piatti realizzati in materiali riciclati e riciclabili
Pezzi storici Artek e Iittala
Il progetto è stato curato dai designer finlandesi Harri Koskinen e Linda Bergroth e prevede una sorta di tunnel lungo e stretto, con archi sopra il tavolo. Bergroth è responsabile dell’interior, che ha allestito ricorrendo a pezzi storici del design finlandese e ultimi ritrovati della tecnologia nordica. Ecco allora i pannelli in Tetra Pak riciclato, fabbricati in lotti di ReWallNaked Board, con un colore dalle sfumature blu argento screziate che è il risultato del mix di tutte le nuance presenti nei cibi e nei cartoni riciclati. Se ci si avvicina, diventano visibili i testi e i codici a barre delle confezioni. Bergroth ha anche disegnato i vassoi in Durat, materiale che porta il nome dell’azienda finlandese che produce questa particolare plastica riciclata e riciclabile. I mobili e le luci vengono invece dal Finnish Design Shop e appartengono a nomi storici del design scandinavo, da Artek (sgabelli) a Iittala (lampade A110 di Alvar Aalto, sopra il tavolo). Una scelta motivata dal bisogno di puntare su prodotti in grado di durare anni, per qualità e gusto.

Zero Waste Bistro, la tavola apparecchiata
Un esempio di economia circolare
Il Zero Waste Bistro è un esempio di economia circolare: i prodotti nascono cioè per essere riciclati anziché gettati via come nel modello di consumo lineare. Dice Kaarina Gould, direttore esecutivo del Finnish Cultural Institute: “Dobbiamo ripensare i nostri stili di vita, ridurre gli sprechi e rigenerare il nostro ambiente naturale per renderlo vivibile per le generazioni a venire. I nostri mari sono pieni di rifiuti di plastica. Solo negli USA oltre 58 miliardi di bicchieri usa e getta vengono dismessi nelle discariche ogni anno. E se fossero tutti riutilizzabili, compostabili o riciclabili? E se tutti gli imballaggi fossero fatti di materiali senza plastica? Con Zero Waste Bistro ipotizziamo un futuro che riduce gli sprechi e mantiene il nostro pianeta vivibile, un futuro che è già qui se facciamo le scelte giuste, per quanto radicali”.

Zero Waste Bistro